Colpo di sonno: l'incubo dei camionisti.
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Non è certamente una prerogativa dei camionisti: il colpo di sonno è l'incubo per eccellenza di qualsiasi guidatore. Con una piccola differenza però: accostare un'automobile sul ciglio di una strada è molto, molto più semplice...
Quasi 1 incidente su 4 è dovuto a sonnolenza improvvisa
Le statistiche parlano, purtroppo, chiaramente: circa il 22% degli incidenti che vedono coinvolti gli autotrasportatori avvengono per il famigerato colpo di sonno. Stiamo parlando di una percentuale spaventosa: in pratica uno su quattro.
Il problema è reso ancora più drammatico dal fatto che spesso quell'attimo di sonnolenza fatale avviene all'improvviso. Anche in questo caso, come quasi sempre, l'esperienza è la nostra migliore alleata: è grazie ad essa che impariamo ad accorgerci che qualcosa non va e che è meglio correre ai ripari prima che sia troppo tardi.
Come detto in apertura però, trovare un'area di sosta nelle immediate vicinanze per un camionista spesso non è possibile ed è qui che intervengono le piccole strategie che ognuno, a modo suo, cerca di mettere in atto.
Quei segnali da non sottovalutare mai...
Sei lì che guidi da ore. Tutto è andato benissimo: nessun problema riscontrato. Perfino la tabella di marcia è rispettata. Alla grande: stasera si torna a casa a un'ora civile.
E poi, improvvisamente, dal nulla, parte uno sbadiglio. Poi un altro e un altro ancora. Di colpo ti rendi conto che daresti un mese di paga per schiacciare un pisolino: non c'è nulla di più importante per te in questo momento. Lì per lì non ci pensi neanche a cosa potrebbe accadere se adesso ti addormentassi, vuoi solo dormire. Poi scatta qualcosa: ti rendi conto del pericolo, cominci a spaventarti un po' e preghi Dio di arrivare al più presto a un'area di sosta per tornare a respirare.
A volte invece è la vista a sdoppiarsi, eppure lo sai per certo: è da almeno 18 ore che non tocchi un goccio di birra. I riflessi diventano più lenti, quella macchina che ti ha appena superato non l'avevi neanche vista... E ti nasce dentro la paura. La domanda che ti poni è solo una: e adesso che faccio?
A ciascun conducente la sua strategia di resistenza
Posto che nel 90% dei casi (ad essere ottimisti) non puoi fermarti, dai sfogo alla creatività. La primissima cosa che quasi tutti fanno in questi casi è aprire al massimo i finestrini, qualsiasi sia il tempo lì fuori (certo che se piove di brutto è proprio una sfiga nera...). Ci sembra a tutti la soluzione più ovvia: un bello shock termico, una bella sferzata d'aria fresca, meglio se gelata, sul viso e tutto torna a posto. Magra illusione: non funziona quasi mai.
C'è chi si mette a fare la parodia di Freddie Mercury e canta a squarciagola qualsiasi canzone gli venga in mente, mentre ti sfrecciano accanto automobilisti che buttano un occhio e fanno facce strane. Ma loro non possono capire: o canti o ti schianti!
Altri si picchiano da soli... un bel paio di schiaffi ben assestati e il sonno passa. Tra i tanti sistemi non è certo questo il peggiore: se dati con la giusta veemenza 2 sberle possono fare il loro dovere. Mangiare, bere, alzare il volume della radio, provare a chiamare qualcuno, magari un amico spiritoso...
Ma eccolo l'autogrill: non è un miraggio, lo vedi sul serio. Quasi per magia il sonno ti passa via, ma ormai ci sei. Ti fermi, fai due passi, magari ti accendi una sigaretta e di certo ti fiondi al bar a chiedere un caffè triplo. Ah, che ben... Un'ultima precauzione prima di partire: un salto in bagno e una bella sciacquata alla faccia con l'acqua più fredda che puoi. Altri 2 passi, magari un'altra cicca. Una telefonata a casa. Un messaggio su WhattsApp...
Adesso respiri. È andata bene, è passata: è ora di rimettersi in viaggio!