Camion elettrici e sostenibilità ambientale: una scommessa che ci riguarda tutti.
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I trattati di Parigi pongono degli obiettivi importanti: ridurre l'emissione di CO2 nell'aria. Molti produttori, tra cui Volvo Trucks, sono in prima linea per dare il proprio contributo attraverso la produzione di camion elettrici. Non una scelta volontaristica, ma un must a cui tutti, presto o tardi, dovranno adeguarsi. La sostenibilità ambientale, qualunque sia la ragione per cui la si persegue, sarà sempre più al centro delle preoccupazioni di aziende e nazioni: chi resterà indietro, inevitabilmente sarà destinato a perdere consenso.
Cambiamento climatico e CO2
Si sa che questo vecchio, pazzo pazzo mondo di problemi da risolvere ne ha non pochi. Tra questi uno dei più scottanti è il surriscaldamento della terra, certamente dovuto a molteplici fattori non tutti causati dall'uomo. Ma di responsabilità ne abbiamo da vendere e trovare soluzioni sostenibili è un compito ineludibile di governi, aziende, cittadini.
Il cambiamento climatico, lo sappiamo, ha certamente a che vedere con una produzione di CO2 senza precedenti nella storia. Ad emetterla non sono solo i veicoli leggeri e pesanti, ma già operare verso una riduzione del loro contributo è un ottimo punto di partenza per tutto il settore.
Le normative a riguardo nel tempo si faranno più stringenti per cui già adesso muoversi in questa direzione è una soluzione premiante: sia dal punto di vista ambientale (e dunque socio culturale) che di business. Già oggi, e non da pochissimi anni, è interdetto l'ingresso in alcune città a determinati veicoli.
I maggiori benefici di un mezzo elettrico?
Le questioni da considerare sono diverse e come spesso accade, finiscono per intrecciarsi tra loro. La riduzione di CO2 è il primo, fondamentale vantaggio che salta all'occhio. E con l'eliminazione del motore a scoppio abbiamo un secondo, fondamentale, punto di forza: l'abbassamento dell'inquinamento acustico. La silenziosità di questi veicoli rispetto a quelli diesel non è comparabile e in centri abitati, spesso muniti di regolamenti ferrei quanto ad inquinamento acustico, questo fattore risulterà sicuramente vincente.
Non solo. Data la silenziosità dei mezzi pesanti potranno modificarsi anche le modalità di lavoro: in assenza di rumore e di gas tossici prodotti dal tubo di scappamento, l'accesso alle aree urbane potrà avvenire in orari oggi impensabili: ad esempio di notte. Riformulare dunque la logistica nel suo complesso potrebbe tradursi in un beneficio tanto per i conducenti, che avrebbero a che fare con strade certamente meno congestionate, quanto per le aziende che riuscirebbero ad ottimizzare tutta una serie di mansioni legate al carico scarico delle merci. Senza contare la possibilità di accedere a zone, sempre più diffuse in un prossimo futuro, rigorosamente vietate ai veicoli diesel.
La ricarica delle batterie sarà sempre più diffusa
Ad oggi quello che manca è una catena diffusa del rifornimento. Una batteria, colme quelle del cellulare, ha una sua durata oltre la quale semplicemente non funziona. È necessario dunque provvedere ad una rete di luoghi idonei alla ricarica molto più ampia di quanto non sia oggi (del resto siamo solo all'inizio). Attualmente, fatte salve certe condizioni ambientali, tra cui vanno annoverate la tipologia del percorso e le caratteristiche di guida del conducente, un mezzo elettrico può arrivare a percorrere fino a 300 km, non poco. Il rifornimento avviene generalmente in azienda e il tragitto del camion viene studiato a tavolino per garantire la massima efficienza del mezzo.
Quando però sarà possibile, senza chissà quali variazioni dal proprio percorso, un rifornimento in itinere, cosa di per sé comunque inevitabile, la situazione cambierà. E la resa di una camion elettrico, in termini di lunga percorrenza, potrà certamente essere equiparata a quella di un attuale diesel.
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