Frejus, Monte Bianco e Gran Sasso: tra i trafori più lunghi d'Europa
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L'Italia è un paese a netta prevalenza montana, si sa. Alpi e Appennini la percorrono in lungo e in largo. Per secoli questo è stato un notevole impedimento allo sviluppo delle comunicazioni, rendendo gli spostamenti alquanto disagevoli, quando non addirittura pericolosi. Soprattuto con lo sviluppo della ferrovia si rese ben presto necessaria la creazione di gallerie che consentissero l'attraversamento di queste barriere naturali. Tra la metà dell'800 e i primi decenni del secolo scorso nacquero così la maggior parte dei trafori che utilizziamo ancor oggi.
Il trasporto di merci e persone si è poi progressivamente spostato su strada e questo ha comportato un riadattamento delle vie di percorrenza e l'apertura di numerosissimi tunnel, alcuni brevi, altri molto più lunghi sparsi in tutta Italia. Alcuni di questi trafori interessano anche altre nazioni; ma i più importanti mettono in contatto Italia e Francia. Si tratta di opere di altissima ingegneria che richiedono tempi molto lunghi di realizzazione che, soprattutto in passato, non era certo esente da pericoli per le maestranze. Di per sé già l'idea di scavare nella montagna, con miliardi e miliardi di tonnellate di roccia sopra la testa dà le vertigini; e chiunque abbia attraversato il Frejus o il Monte Bianco non può non restare impressionato dalla lunghezza del tunnel e soprattutto dal lavoro immane (oltre alla fatica) che l'opera ha richiesto.
Il traforo più antico: il Monte Bianco
Tra i trafori più lunghi d'Italia quello del Monte Bianco è stato realizzato per primo. I lavori iniziarono nel 1957 e si protrassero per 8 anni: l'inaugurazione ufficiale si tenne infatti il 19 luglio 1965. Sforzo congiunto di Italia e Francia, l'attraversamento della montagna più alta d'Europa va da Courmayeur, in Valle d'Aosta a Chamonix, in Francia.
Quasi 12 chilometri di galleria ad un'altezza media sul livello del mare di 1300 metri. Per la cronaca il tratto più lungo appartiene alla Francia: 7640 metri; mentre quello italiano ne misura “soltanto” 3960. A seguito della tragedia del 1999 dove persero la vita 39 persone, le norme di sicurezza sono state pesantemente rinforzate, tanto che a metà galleria si trova un punto di soccorso, presidiato 24H da alcuni pompieri.
Il traforo più lungo: il Frejus
Da Bardonecchia in Val di Susa a Modane, nella Savoia francese, si snoda la galleria più lunga d'Italia: 12895 metri, di cui, va precisato, 6800 circa di pertinenza italiana. Parallela a quella ferroviaria, aperta nel lontano 1871, ad un'altezza media sul livello del mare di 1300 metri, la galleria ha aperto i battenti il 12 luglio 1980.
Il passaggio di veicoli nel suo complesso, quindi compresi mezzi leggeri e pesanti, ha registrato nel 2019 una media di 4958 vetture al giorno; media che in agosto ha toccato le 6920 unità. Anche nel caso del Frejus le misure di sicurezza sono altamente sofisticate: velocità massima 70 km/h; distanza di sicurezza 150 metri (100 a veicoli fermi); sensori di rilevamento della temperatura; un sistema di idranti e molto altro. Un'équipe di pompieri è sempre presente.
Il traforo tutto italiano: il Gran Sasso
Unico tra i 3 giganti ad avere due canne a due corsie (anche se il Frejus si sta attrezzando in questo senso) il traforo autostradale del Gran Sasso attraversa l'Appennino centrale abruzzese, sotto il monte omonimo per circa 10 km ad un'altezza media sul livello del mare di 973 metri.
Collegamento tra la costa adriatica e quella tirrena, il traforo del Gran Sasso ebbe vita alquanto travagliata. Numerosi gli incidenti, alcuni molto gravi: in particolare quello relativo al foro causato all'enorme bacino d'acqua conservato nelle viscere della montagna che causò un'infinità di problemi, tra cui l'allagamento di parte della città di Assergi, vicino l'Aquila. I lavori si protrassero per 25 anni: dal 1968 al 1984, quando fu inaugurata la galleria. Come le sue consorelle maggiori anche in questo caso le norme di sicurezza sono allo stato dell'arte. Venne inaugurato il 1 dicembre 1984.